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Convenzioni
Il Governo riparta dalla riforma
Franco Tettamanti, Corriere della Sera, 08/05/2006
Dopo le elezioni, tornano all’attacco Colap e Cup, le associazioni più rappresentative degli oltre cinque milioni di professionisti. Sirica: «E’ nostra intenzione contribuire ad approvare la prima vera legge in Europa delle professioni».
Nel corso della XV legislatura, partita ufficialmente il 29 aprile con l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, la riforma delle professioni si farà. Ne sono convinti i partiti, gli Ordini e le associazioni. I tempi appaiono fin troppo maturi e cinque anni sembrano davvero sufficienti per affrontare e superare qualsiasi ostacolo, politico e burocratico. Insomma, non ci sono più alibi. Lo stesso Prodi nel corso della campagna elettorale aveva dedicato un incontro alla Fabbrica del programma, chiamando a raccolta a Bologna tutti i rappresentanti delle professioni. In quella sede avevano avuto modo di esporre le loro opinioni, sollevando problemi, indicando possibili soluzioni. Quell'iniziativa è stata vista come un messaggio inequivocabile sulla volontà del governo di centrosinistra di dare risposte concrete a 5 milioni di professionisti. Tra questi figurano gli iscritti alle associazioni non ancora riconosciute, la maggior parte delle quali aderenti al Colap. Proprio questo coordinamento, guidato da Giuseppe Lupoi, deluso dalle mancate promesse della coalizione di centrodestra, non aveva fatto mistero sul desidero di una diversa guida del governo del Paese.
«Ora che questo ricambio c'è stato - afferma Lupoi - attendiamo dal nuovo governo segnali positivi e auspichiamo il coinvolgimento di persone competenti in materia, persone che in questi ultimi anni hanno formulato proposte da noi condivise». Il Colap fa anche nomi e cognomi, indicando Giovanni Battafarano e Pierluigi Mantini, rispettivamente responsabili professioni dei Democratici di sinistra e Margherita, i personaggi al quale riconoscere un ruolo all'interno del ministero della Giustizia, dicastero chiave per la riforma.
«Il nostro obiettivo - prosegue Lupoi - è di arrivare in prima battuta al riconoscimento delle associazioni professionali, per evitare il rischio che questa rivendicazione rimanga impantanata nel corso dell'elaborazione della legge complessiva sulle professioni. Per il riconoscimento, come promesso dagli esponenti del centrosinistra, contiamo che possa avvenire già nei primi tre mesi dell'attività del governo. A quel punto potremo sederci al tavolo della trattativa e affrontare il vero nodo della riforma: le attività riservate degli Ordini».
«E' nostra intenzione - sostiene Raffaele Sirica, presidente del Cup, il Comitato unitario degli Ordini e dei Collegi professionali - contribuire ad approvare la prima legge europea delle professioni, una normativa, è bene sottolinearlo a costo zero. Assumeremo pertanto un atteggiamento di massima disponibilità nei confronti del nuovo governo, così come è stato assunto nel precedente esecutivo. Secondo noi si dovrebbe partire dal testo, ampiamente condiviso, elaborato dall'allora sottosegretario al ministero della Giustizia, Michele Vietti. L'obiettivo sarà di dare più spessore alle attività professionali e siamo convinti della necessità di riformare gli Ordini con una serie d'innovazioni come per esempio l'istituzione della formazione permanente per i professionisti iscritti. Al ministero di Grazia e Giustizia vedrei bene una donna, un deputato che conosca la complessità della materia, forse una donna riuscirà a varare una riforma che i ministri uomini non sono stati in grado di mandare in porto».
Per Battafarano si ipotizza invece un incarico da sottosegretario con delega alla riforma delle professioni. Il riconfermato onorevole Mantini potrebbe invece diventare presidente della commissione Giustizia della Camera.
«La riforma delle professioni - afferma Mantini - è certamente una delle priorità del nuovo governo, andrebbe affrontata anticipando alcuni provvedimenti per incrementare le società tra professionisti e per giungere al riconoscimento delle associazioni professionali».
«La materia è assai complessa - aggiunge Battafarano -, per elaborare un testo adeguato sarebbe opportuno prevedere a un raccordo tra i ministeri di Giustizia, Università e Attività Produttive. In ogni caso non si parte da zero, il dibattito è già avanzato e non dovrebbe essere difficile arrivare a una proposta condivisa che tenga conto delle indicazioni già emerse dagli Ordini e dalle associazioni. Inoltre, l'unità d'intenti della coalizione di centrosinistra sulla riforma risulterà decisiva».
L'ottimismo, come si vede non manca. L'unica vera incognita è rappresentata dalla tenuta del governo, dall'esile maggioranza che il centrosinistra può vantare al Senato. Proprio qui si giocherà il destino di una riforma alla quale molti guardano da tempo come una terra promessa.