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Pensioni: Maroni incontra gli Ordini

Teresa Pirelli, Italia Oggi, 02/12/2003

Via al confronto Maroni-professionisti sulla riforma delle pensioni. Giovedì il ministro del welfare incontrerà a Roma gli stati generali delle professioni, cioè i vertici dei Consigli e delle Casse di previdenza, chiamati a raccolta in assemblea dall'Adepp, l'associazione delle Casse, per dire no all'estensione ai professionisti della riforma delle pensioni. Tanto l'adesione del ministro all'iniziativa quanto il fatto che nei giorni scorsi abbia chiesto in visione gli emendamenti alla delega previdenziale proposti dai professionisti, fanno pensare alla possibilità di un accordo tra il welfare e le Casse. Ma in cambio della trattativa sulle richieste Adepp, che comprendono l'attenuazione o l'eliminazione dell'estensione della riforma ai professionisti, e l'eliminazione della doppia tassazione, via Flavia potrebbe chiedere un giro di vite sulle Casse, con il rafforzamento dei controlli volti a verificarne l'equilibrio finanziario di lungo periodo. La parola, intanto, spetta al Nucleo di valutazione della spesa pensionistica, che si riunirà domani per vagliare la questione. ´Soddisfatto' il presidente dell'Adepp, Maurizio de Tilla, ´per l'adesione di Maroni, dopo anni, a un incontro pubblico con i professionisti italiani'.

Le ragioni del no alla riforma. L'estensione della riforma ai professionisti è ritenuta ´paradossale' da tutti gli enti, dagli avvocati ai dottori commercialisti, agli ingegneri e architetti, ai ragionieri. Tra le previsioni più contestate, per esempio, l'innalzamento a 65 anni di età per gli uomini e 60 per le donne, dell'età minima per andare in pensione. Molte delle professioniste iscritte alle Casse, infatti, vanno già in pensione a 65 anni, e sarebbero quindi costrette a ritirarsi cinque anni prima. A scapito del gettito contributivo dei loro istituti di previdenza. Non solo. La maggior parte dei professionisti, a causa del requisito alternativo per andare in pensione imposto dalla riforma, e cioè un minimo di 40 anni di contributi, raggiungerebbe prima la pensione di vecchiaia e poi quella di anzianità. Il che equivarrebbe di fatto ad abolire la pensione di anzianità per i liberi professionisti.

Ma il malcontento della categoria potrebbe anche aggravarsi. Allo studio del welfare, infatti, c'è un emendamento volto a rafforzare i controlli sulle Casse. Pur senza intaccare l'autonomia degli enti, dunque, il ministro sarebbe deciso a intervenire, soprattutto nei confronti di alcune Casse che non riuscirebbero ad assicurare la necessaria copertura finanziaria nel lungo periodo. La parola spetta, però, al Nucleo. E nulla esclude che nella riunione di domani all'ordine del giorno figuri anche la mole di emendamenti alla delega chiesti dalle Casse, visto che il ministro, oltre ad aver aderito all'assemblea di giovedì, ha anche chiesto in visione gli emendamenti alla delega proposti dall'Adepp. Si potrebbe pensare, a questo punto, a un compromesso rappresentato dall'accettazione di controlli maggiori, da parte delle Casse, in cambio della disponibilità di Maroni a inserire nella delega sulla previdenza i correttivi che gli enti dei professionisti chiedono da tempo. (riproduzione riservata) Teresa Pittelli



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