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Cambio mestiere: fare lo psicologo costa tanto e rende poco...

a cura di Rolando Ciofi, pubblicata il 22/05/2015

tag: ECM, ordine professionale, aggiornamento

A fronte della comunicazione dell'obbligo dell'aggiornamento ai sensi del sistema ECM, del quale ormai ha dovuto prendere atto anche l'Ordine Nazionale degli Psicologi, una collega così commenta: "Cambio mestiere... gia' svolgo 10 attività per mettere insieme uno stipendio dignitoso, a volte neanche corrisposto, se pero'devo regalarlo allo stato allora cambio mestiere...".

Premesso che c'è molto di umorale in queste reazioni (ne cito un'altra "assicurazione, pos, tassa d'iscrizione all'albo e gli ECM obbligatori... divento counselor!" come se i counselor non fossero soggetti ad analoghe incombenze, sommate al fatto che non sono esenti IVA e che praticano tariffe mediamente inferiori a quelle degli psicologi!) vorrei proporre qualche cruda riflessione:

1. Tutti i professionisti (psicologi, medici, ingegneri, avvocati, counselor bibliotecari, commercialisti etc...) sono tenuti ad aggiornarsi. Il fatto che gli psicologi debbano farlo attraverso il sistema ECM è una conseguenza del fatto che gli psicologi (ad eccezione del MoPI tutti ed in primis AUPI, Altrapsicologia e SIPAP) hanno voluto far sì che la psicologia diventasse professione sanitaria.

2. L'aggiornamento permanente è l'anello di passaggio tra il sistema autorizzatorio (dove un timbro apposto magari trenta anni fa basta ad attestare che sei un professionista) ed il sistema accreditatorio (dove devi continuamente dimostrare di essere un professionista attivo e capace).

3. Secondo il sistema autorizzatorio il mercato si divide tra coloro "che sono dentro" i quali tenderanno con varie misure a impedire che altri entrino (le misure sono numeri chiusi nelle università, tirocini assurdi, esami di Stato tendenti ad escludere, lotta dura nei confronti di chiunque minacci i confini professionali etc..) e coloro che "non devono entrare".

4. Secondo il sistema accreditatorio il mercato è di chi dimostra costantemente, anno dopo anno certificando i propri risultati, di soddisfare la domanda dell'utenza. Da questo punto di vista la selezione non va per timbri ma per meriti, ben venga il fatto che chi non sa o non è in grado di stare al passo con ciò che l'essere professionisti richiede, cambi mestiere (magari optando per qualcosa che sa fare e nel quale possa eccellere e non riproponendo le sue scarse attitudini professionali in altri ambiti).

5. Il sistema ECM negli ultimi anni si è enormemente evoluto ed è oggi in grado di dare buone risposte a tutte le difficoltà (economiche, di tempo, di contenuti) che un professionista si può trovare ad affrontare. Gli "strilli" contro tale sistema altro non sono che una manifestazione corporativa di rigetto del sistema stesso. Il che non mette certo in buona luce la comunità professionale di fronte alla società civile.

6. Dal 2016 l'Ordine Nazionale, per legge, volente o nolente, avrà il compito di aprire procedimenti disciplinari nei confronti dei colleghi non in regola con l'aggiornamento. Sono davvero curioso di vedere cosa accadrà.

7. La comunità professionale degli psicologi avrebbe potuto muoversi diversamente (non evitando l'aggiornamento permanente ma evitando di entrare nel calderone della sanità ed inglobando, invece di costruirlo come "nemico", il fenomeno counseling) ma non lo ha fatto. Le nonne di molti di noi avrebbero detto "mal voluto non è mai troppo".

8. Siccome finalmente la situazione è chiara sarebbe il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare perchè la psicologia professionale entri a pieno diritto nel novero delle professioni del terzo millennio. La questione ECM può essere un insight per capire finalmente che il mondo sta cambiando.



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