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Riforma scritta dalle Professioni

Ignazio Marino, ItaliaOggi, 25/10/2007

La riforma delle professioni sarà delegata alle professioni. Saranno gli ordini, i collegi e le associazioni a dover scrivere il loro futuro. Così, il nuovo progetto di riordino, scritto dai due relatori di maggioranza Pierluigi Mantini e Giuseppe Chicchi, prende le deleghe contenute nel ddl Mastella (approvato dal consiglio dei ministri quasi un anno fa) e le trasferisce ai diretti interessati. Che dovranno attenersi, però, ai «principi fondamentali» indicati nella riforma: formazione obbligatoria, equo compenso per i tirocinanti, polizza assicurativa ecc. Il disegno di legge recepisce in toto le liberalizzazioni del Bersani. Ma vediamo meglio i contenuti del progetto di legge proposto che ha messo insieme diverse iniziative già depositate (C. 867 Siliquini, C. 1216 Mantini, C. 1319 Vietti, C. 1442 Laurini, C. 2160 Governo e C. 2331 Naccarato) e che ieri è stato illustrato all'interno del comitato ristretto delle commissioni giustizia e attività produttive della camera.

I principi fondamentali. Innanzitutto il progetto dei due relatori cerca di chiarire alcuni concetti cari agli ordini: la competenza esclusiva dello stato in materia di professioni e la differenza fra attività intellettuale e quella d'impresa. Un lungo elenco di definizioni all'art. 2 potrà aiutare a non fare confusione sull'argomento. Nel dettaglio, i principi chiedono di garantire e tutelare la concorrenza oltre che gli interessi generali dei cittadini. In questo senso il progetto rispetta le liberalizzazioni approvate oltre un anno fa. E cioè la contrattazione degli onorari, la pubblicità per i professionisti e l'apertura alle società. Quindi il testo Mantini-Chicchi, nel recepire le misure già in vigore e nel valorizzare i principi del Mastella, fa un passo avanti e va a precisare diversi aspetti. In materia di Stp, le società tra professionisti, per esempio, si esclude per gli avvocati la presenza di un socio terzo di puro capitale. Nel quadro generale si inseriscono anche i principi della riorganizzazione delle attività riservate, della concertazione con gli organismi di rappresentanza delle professioni e di una politica di sgravi fiscali per le attività di ricerca svolte delle categorie.

Ordini. Una delle novità del progetto è la delega agli ordini e ai collegi. I quali saranno chiamati ad adottare un nuovo ordinamento di categoria, con proprio regolamento ed entro 12 mesi dall'approvazione della presente legge, seguendo principi specifici come l'obbligo di adeguata copertura assicurativa per i rischi professionali a garanzia del cliente o l'equo compenso per i tirocinanti (si veda tabella). Agli ordini si affida un ruolo più incisivo nella tutela della qualità della prestazione e nella promozione degli eventi formativi. In particolare si potranno istituire scuole di formazione e di aggiornamento da accreditare presso il ministero dell'università. Nuova vita per il tirocinio, che potrà durare al massimo due anni. Se il ddl Mastella prevedeva una riorganizzazione, anche tramite accorpamenti, di ordini o collegi, il Mantini-Chicchi va oltre. E detta i criteri per la trasformazione degli albi di geometri, periti agrari e periti industriali nell'Ordine dei tecnici laureati per l'ingegneria. Ancora, i collegi degli infermieri, degli assistenti sanitari e delle vigilatrici d'infanzia assumeranno la denominazione di Ordine professionale delle professioni sanitarie infermieristiche. Stesso discorso per le ostetriche.

Previdenza. L'articolo 21 della riforma disciplina le norme previdenziali e ribadisce la natura giuridica privata delle casse dei professionisti. Di conseguenza, gli enti esercitano i loro compiti in posizione di indipendenza e autonomia al fine di garantire le prestazioni agli iscritti. I soggetti che esercitano una professione riconosciuta potranno iscriversi, sulla base del principio contributivo, alle Casse delle professioni ordinistiche corrispondenti per materia e contenuti professionali.



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